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Correlazioni in Medicina



Laquinimod riduce le recidive e rallenta la disabilità nella sclerosi multipla recidivante-remittente


I risultati di uno studio di fase III, randomizzato, hanno mostrato che Laquinimod ha ridotto i tassi di recidiva annualizzata, ha ritardato la progressione della disabilità, e ha diminuito l'attività di malattia al neuroimaging, rispetto al placebo.

Il farmaco è risultato sicuro e ben tollerato, con bassa frequenza complessiva di eventi avversi, paragonabile al placebo.
E’ stata riscontrata una maggiore incidenza di innalzamenti dei livelli degli enzimi epatici nel gruppo Laquinimod; questi aumenti sono stati temporanei, reversibili, e non hanno comportato problemi epatici.

Laquinimod è un immunomodulatore, somministrato 1 volta al giorno per via orale, in sviluppo clinico come trattamento modificante la malattia per la sclerosi multipla.

Nello studio ALLEGRO, i ricercatori hanno confrontato Laquinimod con il placebo in 1.106 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere una dose unica giornaliera di 0.6 mg di Laquinimod oppure placebo per 24 mesi.
L'endpoint primario era la percentuale annualizzata di recidive; gli endpoint secondari includevano il numero cumulativo di lesioni captanti il Gadolinio e di lesioni nuove o di recente espansione in T2, così come la disabilità, misurata alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) e alla scala MSFC ( Multiple Sclerosis Functional Composite ) a 24 mesi.

E’ stato osservato che l'80% dei pazienti trattati con Laquinimod e il 77% dei pazienti trattati con placebo hanno completato il follow-up.

I pazienti trattati con Laquinimod hanno presentato una riduzione statisticamente significativa del 23% nel tasso annualizzato di recidive rispetto a quelli trattati con placebo.

Il trattamento è stato anche associato ad una riduzione del 36% nella progressione della disabilità alla scala EDSS verso placebo.

Il numero medio cumulativo di lesioni captanti il Gadolinio ( P= 0.0003 ) e di nuove lesioni in T2 ( P=0.0002 ) è risultato significativamente inferiore nei pazienti trattati con il farmaco sperimentale.

Inoltre, la progressione di atrofia cerebrale è stata ridotta del 32.8% a 24 mesi ( P
Fonte: American Academy of Neurology ( AAN ) 63rd Annual Meeting, 2011


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